mercoledì 26 settembre 2012

Sul costo della politica

Bisogna partire del presupposto che la politica e' per definizione un servizio volontario che si rende alla società. Detto questo e' evidente che se ci sono persone che di mestiere fanno il politico e sono pagate per farlo vuol dire che il sistema e' marcio nelle barbe e serve una opera drastica di ripulitura.

L'opera drastica di ripulitura si fa con il voto. A mio avviso votare un partito che per esempio rinuncia al finanziamento pubblico non e' un voto perso. Significa invece dara una spallata al vecchio sistema, togliendogli proprio la linfa vitale di cui si alimenta. Avete una idea di che cifre si parla ? Qualche decina di milioni di euro direte voi ? Magari ! Oltre mezzo miliardo di euro (dati del 2008, wikipedia), per i nostalgici del vecchio conio sono poco meno di 1000 miliardi di lire.

La domanda sporge spontanea... che cazzo ci fanno con tutti questi soldi ? Lo abbiamo visto: immobili, viaggi, cene e festini, ovviamente senza dimenticare l'istruzione dei figli. Si puo' fare a meno di tutto questo denaro ? Se dal conto di un partito il tesoriere fa sparire 25 milioni e nessuno se ne accorge evidentemente di quei soldi si puo' fare a meno...

Ben vengano certificazione dei bilanci e norme contabili piu' severe, ma l'entita dei finanziamenti va ridotta, come minino di un fattore 10, se poi riusciamo ad abolirla del tutto come negli Stati Uniti d'America meglio ancora. Mi si obietterà "ma fare politica costa". Anche fare impresa, ma gli imprenditori tirano la cinghia. Anche crescere dei figli, ma le famiglie si arrangiano. Che si arrangino anche i politici. Pero qualche calcio nel culo gli va dato...

Quasi dimenticavo.... se qualcuno si sta domandando a quanto ammonta il finanziamento pubblico negli altri paesi ci illumina Roberto D'Agostino con un articolo molto dettagliato sul suo sito.

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